Google TV 2.0, secondo tentativo
L’aggiornamento alla piattaforma include un drastico cambiamento per interfaccia e funzionalità. Tra tutte, spicca l’ingresso del marketplace sullo schermo del salotto
Altro fattore da non trascurare è l’arrivo delle app e del marketplace: in questo caso, la scelta di BigG è stata quella di privilegiare l’approccio di compatibilità più che la varietà, quindi il sistema mostra disponibili solo le applicazioni realmente sviluppate per la TV. Se il touch è una condizione per l’utilizzo, niente app su Google TV. Sono una 30ina quelle presentate in rilievo (ce ne sono di vario tipo, dalle news al video on-demand dal Web), su un totale di circa 800: tra l’altro è previsto in futuro anche il debutto di Google+ sulla TV, non appena saranno state risolte le questioni di integrazione tra i software necessari a trasbordare sullo schermo di casa tutte le funzioni social (importanti per la TV e per Google) fin qui appannaggio dello schermo del PC.
L’idea di fondo di Google è stata quella di dare una ripulita e una risistemata al prodotto: se si omettono le app e il marketplace, lo sforzo principale è andato nella direzione di semplificare l’utilizzo da parte dell’utente dei proprio abbonamenti alla pay-TV. Con una ricerca, molto simile nell’esperienza a quella offerta da Android (che non a caso è il cuore di Google TV), si possono individuare programmi che rispondano a precise richieste dell’utente, e optare per contenuti dal vivo o meno, a pagamento o compresi nel proprio pacchetto. Senz’altro, poi, l’avvento delle applicazioni potrebbe significare molto in termini di appeal per il pubblico.
Quello che manca a Google TV sono i servizi come Hulu e Vudu, ovvero quelli di massimo successo in questo ambito negli USA. C’è Netflix, ma potrebbe non essere abbastanza. La loro assenza, tuttavia, è facilmente spiegabile con l’intenzione di Google di non pestare i piedi alle emittenti tradizionali, le stesse che avevano espresso non pochi dubbi riguardo al modello adottato da BigG: in qualche modo, però, per il momento Mountain View sceglie un approccio morbido e non tenta di scalzare i tradizionali fornitori di contenuti dal focolare domestico, ma solo di “integrare” i loro contenuti con altri. Se il progetto avrà abbastanza respiro, e se l’hardware in procinto di uscire (entro Natale, pare) sarà adeguato a farne un best seller, sarà cosa da scoprire nei prssimi mesi: anche lo sbarco annunciato in territorio europeo giocherà la sua parte.
Luca Annunziata
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