Ibm/ Big Blue compie oggi 100 anni
Nessuna azienda più di Big Blue ha incarnato ciò che con gli anni è stata definita la rivoluzione dell’ Information Technology. International Business Machines (IBM) lo scorso 16 giugno ha compiuto i 100 anni.
Molti decenni prima dell’avvento di Silicon Valley, nell’universo tecnologico brillava una sola stella. Nata il 16 giugno 1911 dalla fusione di quattro società con il nome Computing Tabulating Recording Corporation, l’azienda più longeva del settore adottò il nome Ibm nel 1924.
Alcune modifiche all’Electric Tabulating System, che Herman Hollerith -proprietario di una delle aziende riunite da Charles Flint, il “padre dei trust” americani- aveva creato per il censimento americano del 1890, divenne il primo processore elettronico al mondo.
Oggi,la società ha quasi la stessa capitalizzazione di mercato di Microsoft (rispettivamente 196 e 202 miliardi di dollari) ed è, dopo Apple (306 miliardi di dollari), una delle tre aziende tecnologiche più importanti al mondo.
Nonostante, la reputazione di essere una società noiosa, Ibm è proprietaria del più grande numero di brevetti negli Stati Uniti ed è stata a lungo tra i pionieri nel campo delle innovazioni tecnologiche. È solo grazie ad Ibm che oggi possiamo prenotare voli online, pagare con la carta di credito, il bancomat, o utilizzare il codice a barre. Senza Ibm, l’uomo non sarebbe mai sbarcato sulla Luna nel 1969.
A guidare i profitti della società è ormai il software nel quale la concorrenza di giganti come Oracle e Google è forte. Mentre la crescita dei servizi alle aziende, l’altro grande settore dove Ibm domina dopo aver abbandonato la produzione di computer, è rallentata di molto.
Ibm ha festeggiato i suoi primi cento anni nel suo quartiere generale di Armonk, vicino New York e in tutto il mondo. La società si unisce cosi a Coca-Cola, General Electric, Ford e DuPont come una delle poche aziende americane ad aver tagliato il traguardo dei cento anni.
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