Il nostro respiro come “ricarica” per le batterie
Dall’Università di Wisconsin-Madison arriva un nuovo dispositivo che punta a rivoluzionare il concetto di ricarica delle batterie, in particolar modo in campo medico, percorrendo una strada già intrapresa in passato per l’individuazione di soluzioni alternative per la ricarica delle batterie: l’utilizzo dell’aria.
Non stiamo parlando di enormi centrali eoliche, ma di minuscoli dispositivi in grado di “incanalare” i movimenti dell’aria, in particoalr modo quelli generati dal nostro respiro, e trasformarli in energia elettrica. Xudong Wang, Chengliang Sun e Jian Shi, i ricercatori che si occupano di questo progetto, sono riusciti ad ottenere un dispositivo funzionante e dalle dimensioni esigue, capace al momento di generare poca energia, ma comunque sufficiente per ricaricare batterie utilizzate, ad esempio, in campo medico.
Il dispositivo riesce a creare elettricità sfruttando le vibrazioni create dal movimento dell’aria e per questo motivo il respiro è una fonte particolarmente adatta a questa applicazione. Potrebbe addirittura essere installato nel naso di un paziente per generare energia sufficiente da alimentare dispositivi medici impiantati nel corpo come quelli per il monitoraggio dei livelli di glucosio nel sangue o pacemakers, per la cui ricarica altrimenti occorrerebbero operazioni chirurgiche.
Un altro passo avanti fondamentale nella scoperta di nuove tecnologie utili non solo a migliorare il comfort e la percezione della nostra quotidianità, ma anche per offrire un valido supporto in campo sanitario.
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