Le ferrovie italiane stanno per cambiare?
Il nuovo che avanza e il vecchio che torna in auge. Il volto del panorama ferroviario italiano è destinato a cambiare con l’arrivo di Italo, flotta ad alta velocità della privata Nuovo Trasporto Viaggiatori, e il ripristino – non ancora ufficializzato – dei treni notturni che collegano gli estremi del paese, soppressi a fine 2011. La variabile dei prossimi mesi sarà l’ Autorità dei trasporti, tenuta a battesimo dal decreto liberalizzazioni e chiamata a sbrogliare la matassa della separazione della rete ferroviaria da Trenitalia. L’insediamento dell’attore super partes è atteso per il prossimo giugno. Ci si chiede, cosa sta per succedere? Cambierà davvero qualcosa? La competizione farà bene all’attuale monopolista e migliorerà una situazione rivelatasi particolarmente critica quest’inverno?
Lato passeggero, il primo dei sensi che si attiva è quello del portafoglio. Oggi, giovedì 12 aprile, la compagnia controllata per il 33,5% dalla MDP Holding di Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle e Giovanni Punzo e partecipata al 20% dalle Ferrovie Francesi ha tolto il velo all’ offerta commerciale. I biglietti saranno acquistabili a partire dal 15 aprile e il debutto sui binari è previsto per il 28. Smart, Prima e Club sono le tre classi disponibili e vanno associate ai trattamenti Base, Economy e Low Cost, differenti per la flessibilità del biglietto acquistato (cambi, rimborsi, ecc).
Prendiamo la battutissima Roma – Milano: si parte da un minimo da 45 euro a un massimo di 130 nel salottino Club. Trenitalia risponde con i 59 euro della tariffa Mini, posti limitati, gli 86 di quella Base e i 200 dell’Executive. Con il fiato di Montezemolo sul collo, Mauro Moretti ha tirato fuori dal cappello qualche settimana fa un’offerta dalla Capitale al Capoluogo lombardo e viceversa a 9 euro. Altroconsumo ha provato a metterci le mani e ha bollato la tariffa come una lotteria che coinvolge 31 casi su oltre 5mila. La promozione è stata comunque oggetto del primo screzio fra Davide e Golia ai nastri di partenza: l’amministratore delegato Ntv Giuseppe Sciarrone ha dichiarato di aver segnalato all’Antitrust il comportamento potenzialmente scorretto in un’ottica di sana competizione.
E il caso ci porta a ragionare sugli equilibri fra i due attori del settore. Partiamo dalla copertura. La flotta entrante ha a disposizione 25 treni e 12 stazioni (Torino, Napoli, Salerno, 2 a Venezia, Padova, Bologna, Firenze, 2 a Milano e 2 a Roma, quelle centrali escluse) e deve circa 140 milioni di euro all’anno a Rete Ferroviaria Italiana, società del Gruppo Ferrovie dello Stato di cui fa parte anche Trenitalia, per l’impiego delle infrastrutture.
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