Lo storage umano si misura in Exabyte
Due ricercatori statunitensi sostengono di aver misurato la capacità totale di immagazzinamento digitale a disposizione del genere umano. Il dato risale a tre anni fa e ora dovrebbe essere quadruplicato
I ricercatori sono giunti al fatidico numero dei 295 Exabyte analizzando la crescita della capacità di storage disponibile tra il 1986 e il 2007, e hanno anche fissato nel 2002 il punto di volta fondamentale in cui la registrazione delle informazioni in formato digitale ha superato quella su supporti analogici.
Sette anni fa è iniziata l’era digitale, suggeriscono Hilbert e Lopez, e considerando che la capacità di storage dovrebbe più che raddoppiare ogni 18 mesi l’unità di misura degli Exabyte dovrà ben presto lasciare il posto a quella degli Zettabyte (1.000 Exabyte).
Capacità di storage a parte, i numeri dei due ricercatori californiani includono anche alcune interessanti statistiche sulle informazioni digitali scambiate e inviate tra gli utenti fino al 2007: le tecnologie di “broadcasting” come TV e GPS hanno trasferito qualcosa come 1,9 Zettabyte di dati, l’equivalente di ogni essere umano presente sul Pianeta impegnato a leggere 174 giornali ogni giorno; le tecnologie di comunicazione bidirezionale come i cellulari hanno veicolato un totale di 65 Exabyte di informazioni.
Alfonso Maruccia
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