Paramount: abbiamo un nuovo piano antipirateria
Dietro il P2P ci sarebbe il crimine organizzato. La strategia deve cambiare: basta denunce al singolo download, meglio colpire gli introiti dei siti dello sharing e dello streaming
Con il fallimento di Blockbuster e i nuovi dati sulla pirateria e sui parziali risultati delle misure per contrastarla, quello che sembra evidente ora ai detentori dei diritti è che il tentativo che si è fatto finora di spaventare gli utilizzatori finali (gli utenti-clienti che scaricano illegalmente) non paga.
La novità strategica si lega alla svolta idealmente presa da Warner Bros che, commentando i risultati di uno degli ultimi studi in materia, ha evidenziato come gli utenti di P2P siano in gran parte anche fruitori di contenuti legittimi: la pirateria cambierebbe, dunque, non tanto il quanto, ma il come uno spettatore decide di spendere. Questo legame, finora misconosciuto dalle major, tra P2P e distribuzione legale sarebbe ora sfruttato dalla stessa Warner Bros, con l’impiego di metodi di commercializzazione peculiari come la divulgazione di preview e altri contenuti del film in uscita nei circuiti illegali nel tentativo di attirare gli spettatori nelle sale.
Pur discostandosi dalla tesi di Warner Bros, e http://www.hollywoodreporter.com/news/3d-simultaneous-release-dont-prevent-57814″ target=”_blank”>non ritenendo]] che l’uscita contemporanea online dei contenuti possa influenzare positivamente i risultati dei box office e dei canali ufficiali in genere, nà© che i film in 3D possano resistere alla concorrenza di streaming e P2P (dal momento che tecnologie anche per il suo camcording), Paramount ha avviato un diverso tipo di discorso per combattere la concorrenza spietata e sleale dei pirati: dal momento che perseguire i singoli utenti è controproducente e troppo costoso, e che il controllo in collaborazione con gli Internet Service Provider non sempre è possibile, per arginare la pirateria sta ora lavorando con PayPal e altri sistemi di pagamento online per tagliare le strade con cui questi monetizzano.
Il nuovo confine della pirateria secondo Paramount, infatti, sono i cosidetti digital lockers, siti che si limitano ad ospitare i contenuti caricati e che in cambio chiedono agli utenti danaro. E che riescono ad offrire servizi molto buoni e a monetizzare queste operazioni di filesharing.
Nei confronti di questi siti un’altra strada che Paramount ritiene potenzialmente efficace è quella della notifica (pressione) sulle aziende legittime che, inconsapevolmente o meno, fanno pubblicità su di essi e sui siti di P2P. Netflix, per esempio, pagava per la pubblicità su un sito con contenuti illegittimi, mettendosi indirettamente il bastone tra le ruote.
Claudio Tamburrino
News
- L’auto è sempre più connessa
- Nel 2015, 7 apparecchi connessi a testa
- 2014: al Politecnico di Milano si studierà in inglese
- Le ferrovie italiane stanno per cambiare?
- Google Currents anche in Italia
- Currents, prima prova dell’aggregatore di Google
- Google+, restyling e 170 mln utenti
- Il Comune di Livorno si vende su eBay: all’asta oggetti e beni comunali
- L’Ue: ritardo nella banda larga costa all’Italia l’1,5% del Pil
- Musica digitale, l’Italia cresce sempre più canzoni in mobilità