USA, se un post vale un lavoro
FTC ha autorizzato le aziende a indagare sui profili social dei potenziali dipendenti per ottenere informazioni aggiuntive sulle loro vite. Ma si teme che simili criteri di selezione possano penalizzare i candidati
Geoffrey Andrews, COO Social Intelligence, tiene a precisare che i dettagli rintracciati e considerati negativi sono mantenuti nei file personali, ma non vengono riutilizzati se a eseguire la ricerca è un nuovo datore di lavoro. “Anche se immagazziniamo informazioni fino a 7 anni – spiega Andrews – non le riutilizziamo per i nuovi report. Per il nostro regolamento e gli obblighi sanciti dal Fair Credit Reporting Act, stiliamo i nuovi report sulla base di una nuova ricerca, così da assicurare le più accurate e aggiornate informazioni. Archiviamo dati per mantenere una catena di tracce che sia verificabile nel caso le informazioni fossero richieste per ragioni legali”.
Sono numerosi gli osservatori a notare quanto sia discutibile l’attendibilità dei profili personali registrati sui network sociali come criterio di selezione sul posto di lavoro. Esistono persone che lavorano duro e che, allo stesso tempo, amano divertirsi anche in modo sfrenato. L’ultima parola, dunque, spetterà all’acume e all’attenzione che i manager adotteranno nel giudicare le immagini prelevate da un album di Facebook.
Cristina Sciannamblo
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